Bartolomeo Varisano - Il Campanile Enna

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Bartolomeo Varisano

Storia di Enna > Biografie ennesi illustri


 

Bartolomeo
Varisano

Sergente Generale
della Repubblica di Venezia



Nasce nel 1626
da Marco Antonio Varisano
e Antonia Grimaldi




Nel rosone contenente lo stemma è riportata la seguente scritta:


FRA BARTOLOMEO VARISANO GRIMALDI
DI CASTROGIOVANNI

GENERALE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA IN TERRA FERMA

GRAN CROCE AD ONORE DELLA S.R.G.
(Sacra Religione Gerosolimitana)
1681

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ed inoltre il motto personale:

Frustra ruunt

traducibile: "invano ci assalirono"


Albero genealogico della famiglia Varisano


Francesco Varisano con
Anna Rotondo

> Marcantonio Varisano
con Antonia Grimaldi

> Generale
Bartolomeo Varisano


Lo stemma raffigurato nel quadro raffigura i 4/4
di nobiltà di Bartolomeo Varisano, dovuti alle quattro famiglie nobili negli ascendenti.

il primo in alto a sn,
è lo stemma dei Varisano del padre Marcantonio:



il secondo a dx in alto, è lo stemma dei Grimaldi
dalla madre Antonia:







Il terzo in basso a sn,
è lo stemma della famiglia Rotondo, dalla nonna paterna Anna.

il quarto in basso ad dx,
è lo stemma della famiglia Miccichè,
dalla nonna materna Elisabetta.






La famiglia Varisano è descritta da Padre Giovanni dei Cappuccini nella sua
"Storia della innespugnabile città di Enna".

Padre Giovanni cita tra gli eroi ennesi il Generale Bartolomeo con queste parole:



"Raggio, che illustrò con il suo splendore la Città di Castrogiovanni, fu l’invitto
e generoso Campione  Bartolomeo Varisano, gran Croce nella Religione di Malta, e Prefetto nella Dalmazia e Generale
nella Repubblica di Venezia."




Vita di
Bartolomeo Varisano


Nato nel 1626,
viene battezzato il sei agosto
presso l'antica chiesa di san Giovanni.
(Padre Giovanni Cappuccino)

a dx il fonte battesimale della antica chiesa di San Giovanni.



Nell'aprile del 1651,
dichiarato complice nella congiura
di Giuseppe Branciforte,
Conte di Mazzarino,

fugge dal Regno delle due Sicilie.
Fonte,
Diari della città di Palermo dal secolo XVI al secolo XIX, di Gioacchino Di Marzo


Nel 1669


combatte nella guerra di Candia


Nel 1681

gli viene conferita
la Gran Croce di Malta
(Padre Giovanni dei cappuccini)



LA GUERRA DI CANDIA
1644-1669
23 giugno 1645
Trecentosettantotto navi con a bordo 51.000 uomini del Corpo da sbarco composto da
quattordicimila Spahy, settemila Giannizzeri e trentamila musellim <genieri> e lagimi <minatori>
armeni si presentavano di fronte alle coste di Candia e davano inizio allo sbarco a ponente della
Canea, a Madonna di Gogna, tra il monastero dei Calogeri e la città di Canea.Aveva così inizio una guerra durissima, che si sarebbe conclusa solo dopo 24 anni, il 26 settembre 1669 con la resa della fortezza di Candia.

la fortezza di Candia
L’episodio che scatenò la guerra
Nel 1644, il 28 settembre, i Cavalieri di Malta attaccarono e catturarono un convoglio di pellegrini musulmani destinati alla Mecca, tra i quali vi erano il gran Eunuco di Palazzo, una sorella e un figlio del Sultano, dignitari e alte personalità turche. Durante il combattimento molti rimasero uccisi e i sopravvissuti destinati a essere venduti come schiavi. I corsari erano comandati da un Cavaliere di Malta di origine francese.
Quando la notizia dell'atto di pirateria giunse alla capitale, l'Ambasciatore francese e il Bailo veneziano vennero convocati a corte, per rendere conto di presunte connivenze con i Maltesi.
Grazie a questo casus belli, nel 1645 i turchi sbarcarono nell’isola di Creta e la sua principale città, Candia, fu assediata a partire dal 1649; durante l’assedio ventennale Francesco Morosini diresse coraggiosamente l’eroica difesa.
Dopo la conquista da parte dei turchi (1669), si giunse alla Pace di Candia (1671), che sancì la caduta della città nelle mani di Ahmed Köprülü e fissò la frontiera veneto-turca in una fascia adriatica comprendente pressappoco il territorio dal Canale della Morlacca a Vrana, Sebenico, Traù e Almissa.
(liberamente tratto da Lanfranco Sanna, La guerra di Candia)


L'isola di Creta
Candia
1668


  • Riportiamo brani estrapolati dai libri di storia della Repubblica Veneta in cui è citato Bartolomeo Varisano.



  • Nel brano a lato, tratto da Historia della Repubblica Veneta di Battista Nani, durante un'epica battaglia per la difesa del bastione di Sant'Andrea, Bartolomeo Varisano viene nominato sul campo Sergente Generale di Battaglia.
1668 – In si fatto bollore delle armi, Panagiotti Nicasio Dragomano scrisse per ordine del Visir al Capitano generale, esortandolo ad arrendere la Piazza, con promessa di farlo principe di Vallachia e di Moldavia. Ma il Morosini gli rispose con derisione e con disprezzo. Nella città si compiangevano ben sovente le morti dei più arditi e dei più valorosi, e nel giro di pochi giorni caddero estinti Matteo Semitecolo, i Colonnelli Ceola e Marini, e con grave danno della difesa l’ Ingegnere Loubatiere. Con maggior sentimento per la direzione del comando fu gravemente ferito di moschettata a traverso del collo il Marchese di Sant’Andrea, mentre da una capponiera speculava gli andamenti del nemico. Il bastione di sant’Andrea, a cui egli interessandosi in quella difesa in honer del suo nome indefessamente assiteva, fu raccomandato al Barone Giovanni di Frisheim, che cadde presto morto, restando offeso da un colpo di sasso, e perciò fu demandata al Cavalier Bartolomeo Varisano Grimaldi creato sergente Generale di Battaglia.
( pag. 480)
1669
Bartolomeo Varisano
viene ferito
1669 – A San Spirito lo scopo dei difensori era avanzarsi in campagna per offendere ai fianchi l’alloggiamento dei Turchi, dove appunto il Sant’Andrea veniva più travagliato. Perciò piantarono un altro bonetto, e accorsi i Turchi in gran numero ne furono ributtati e con il fuoco e con le armi, restando morto il colonnello Ganduffi, che aveva avuto cura di fabbricarlo, e ferito il Sergente Generale Varisano Grimaldi.
(pag. 493)

Il Capitano Generale avvertito del pensiero dei turchi dai suoi confidenti, dispose subito la difesa  e poiché il posto di Santa Pelagia , in cui restavano solo trenta soldati, non poteva più mantenerli comandò loro una carica di ritarli. Nel resto, meglio che si potè rinforzate le difese, furono disposte le granate, i fuochi, l’artiglierie, lasciando in corpo di difesa i maltesi, acciò soccorressero nel maggior bisogno. Al taglio assistevano Giacomo Cornaro, Il Grimaldi, ed altri scelti Ufficiali. (pag. 509)


Settembre 1669
la resa di Candia
Settembre 1669, la resa -
Questi la notte dopo il 26 settembre montarono sopra le galee e le galeazze nel porto, tutto eseguendosi con singolare ordine, con gran quietee silenzio,se non in quanto piangevano molti abbandonando quei posti, nei quali avevano tante volte sparso il sangue, e avrebbero amato lasciarvi la vita. Il Mobrun e il Grimaldi partirono ultimi sopra le feluche, restando il Sergente maggiore Pozzo di Borgo con tre, quattro ufficilai a consegnare la piazza.(pag. 519)

1673
in Dalmazia
1673 – ZARA – Teneva il Turco appresso di se 5000 uomini, non tutti però armati, con i principali capi della milizia, e l’assistevano i Muffì della provincia, i Cadì, e molti di quelli della legge. Il Veneto con numero minore, ma più scelto, aveva alquante compagnie a piedi e a cavallo, il Sergente Generale Varisano Grimaldi, Alberto Magno capitano di Zara, Giacomo Farsetti , provveditore di Clissa, ed altri comandanti dei luoghi vicini, capi militari e ufficiali, oltre due galeee alquante fuste che seguivano poco discosto. Ma nel primo abboccamento insorsero gravissime difficoltà , e poco fu che il tratto non si sciogliesse. ( Pag.533)


Prefetto della Dalmazia
Bartolomeo Varisano
ha l'incarico di fortificare
l'isola di Corfù
Aggiuntovi il Cavalier Bartolomeo Varisano Grimaldi Sergente Generale di battaglia, che prode di molto valore s’era nella passata guerra segnalato, perché ricevute le opinioni degli ingegneri più accreditati, si esaminassero i mezzi per munire la difesa di quella Piazza secondo l’uso moderno del guerreggiare.



Interpetriamo lo scorcio di paesaggio presente nel quadro come l'isola di Corfù, di cui Barttolomeo Varisano, esperto di artiglieria, ebbe la piena responsabilità dell'ammodernamento delle fortificazioni.

Si potrebbe individuare l'area raffigurata con la zona dell'attuale aeroporto di Corfù, (immagine a dx)

La zona dell'aeroporto di Corfù
potrebbe essere l'area raffigurata
nel quadro di Bartolomeo Varisano

Il quattrocentesco Palazzo Varisano,
demolito pur essendo stato
dichiarato monumento nazionale
L'autorevolezza e l'importanza
del Sergente Generale Bartolomeo Varisano
è testimoniata dalle numerose pubblicazioni
a lui dedicate, non riguardanti
solo argomenti di natura militare.  




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