Montagna di Marzo, la città di Erbesso - Il Campanile Enna

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Montagna di Marzo, la città di Erbesso

I luoghi della memoria

post pubblicato il 28/10/2012 a cura di F.Emma, (foto Emma)
vai al post il teatro romano e l'area sacra greca di Montagna di Marzo




La favolosa città di Erbesso
di Enzo Cammarata

Nella zona centrale della Sicilia, a circa 10 Km. a nord-ovest di Piazza Armerina ed a circa 11 Km. a nord-est da Barrafranca, presso le sorgenti del fiume Braemi, che la costeggia ad est, si trova la località di Montagna di Marzo. Sul pianoro di questa montagna, che si estende per circa 15 ettari, si trovano i resti di una grande città, che, a giudicare dai frammenti e dalle monete ivi rinvenuti, è stata abitata dal periodo preistorico (vi si trovano infatti frammenti di vasi preistorici) fino alla fine dell'impero Romano (vi si trovano anche monete di Costantino e del periodo della decadenza).
Dal V al II sec. a. C. la città fu molto fiorente, ed in particolare raggiunse il massimo, fulgore nel IV secolo. Infatti, esaminando, le immense necropoli ed il materiale che è stato rinvenuto in alcune tombe, che non erano state già depredate nei secoli scorsi, si nota che il periodo di maggiore ricchezza di questa città è appunto il IV secolo. Il motivo per cui questa città abbia avuto il maggiore fulgore proprio in quel tempo appare chiaro se si tiene presente che le città costiere di Gela e Camarina e quelle dell'attiguo entroterra, come la città che si estendeva sul monte Bubbonia furono distrutte e saccheggiate nel 405 a.C. Probabilmente i profughi di queste città cercarono rifugio in città vicine e più sicure: Montagna di Marzo, città dell'interno sarebbe stata perfettamente idonea alle loro esigenze. Una parte dei. profughi di queste città si sarà quindi stabilita ivi portando la civiltà di città ricche come Gela e costituendo la classe dominante.

Montagna di Marzo vista da contrada Fundrò.
Sul pianoro della montagna i Siculi edificarono l'antica città di Erbesso




Il panorama incontaminato visto dal pianoro di Montagna di Marzo

Negli anni sessanta, la Sopraintendenza di Siracusa e poi da quella di Agrigento (alla cui circoscrizione Montagna di Marzo apparteneva), effettuarono degli scavi che portarono alla luce alcuni tratti di grandi mura perimetrali, le mura di alcune abitazioni, un'ara di sacrifici al di fuori delle mura della città, e successivamente una massiccia fortificazione nella parte naturalmente meno guarnita della città in corrispondenza della quale si trovavava una delle porte di accesso.








Questa città, si rilevò di interesse maggiore ad ogni aspettativa, ma restava l'incognita della sua identificazione. Nel 1971 pubblicai sul "Bollettino numismatico" (anno VIII, n.2)  un articolo in cui proponevo l'impotesi di identificare come Erbesso la città posta su Montagna di Marzo.
Da appassionato di numismatica, richiamavo l’attenzione degli studiosi sulle monete che ivi erano state trovate:

Da"L'importanza della numismatica per l'identificazione di Erbessos"
di Enzo Cammarata.
(Bollettino nusmismatico, 1971 anno VIII, n.2

"Tra le monete rinvenute durante lo scavo, circa un centinaio, si notano tra tutte tre esemplari di Erbessos; due con testa di Sikelia e protome di toro a volto umano, riconiati sulla litra di Timoleonte con testa di Zeus e cavallo libero;









ed uno, con testa giovanile e lira, riconiato su Cainon (inedito come riconiazione) con grifone e cavallo libero.



Queste tre monete sono state trovate nello scavo dell’ara nella parte bassa di Montagna di Marzo; altre tre sono state trovate nella zona circostante ed una sopra l'altipiano della città, nella parte più alta, dove si trovano soltanto frammenti greci.
Il ritrovamento, a Montagna di Marzo, di queste monete non si deve considerare come una cosa normale perchè, data la loro grande rarità, merita una riflessione il fatto che un buon numero di monete, di così limitata circolazione, si ritrovino in questo luogo. Io penso che queste monete siano state trovate a Montagna di Marzo perchè, senza ombra di dubbio, ivi si trova l'antica Erbessos.

Sebbene gli studiosi siano scettici per quanto riguarda questa identificazione, credo che chiunque sia d'accordo sul fatto che le monete dei piccoli centri siculi abbiano una circolazione limitatissima, che delimita la ristretta influenza della città.
Così si è ora dimostrato che le monete di Morgantina e degli Hispani si trovano soprattutto nella zona di Aidone, quelle di. Adrano si trovano nella zona tra Adrano e Paternò, quelle di. Agira ad Agira, infine quelle di Petra (la cui litra era stata attribuita ad Erice, mentre io personalmente ho visto di recente un esemplare eccezionale con la scritta « petrinon ») nella zona di Caltanissetta e non ad Erice. Quindi il fatto che le monete di Erbessos si. trovino nella zona di Montagna di Marzo sta appunto ad indicare come fosse quella la zona in cui circolavano queste monete.



Un'altra conferma a questa tesi è data dalle monete stesse: infatti, esaminando le monete di Erbessos, vediamo che il tipo e lo stile della testa di Sikelia e dell'aquila con serpente sono gli stessi delle monete dí Morgantina e la testa del toro a volto umano richiama le monete di Gela e di. Agira: quindi per la tipologia e lo stile la città di Erbessos deve essere posta nella zona di queste tre città e non dove è stata posta dal Rizzo.
Il Rizzo tiene conto di ciò che dice Tito Livio riguardo al fatto che i generali romani si. ritirarono durante la notte da Lentini ad Erbessos e quindi. pone questa città sull'altopiano degli Erei nella zona tra le vallate solcate dal. corso superiore dei fiumi Anapo ed Eloro (voglio fare notare che in questa zona, a quanto si sa, non è mai stata trovata una moneta di. Erbessos). Ma per localizzare in questo posto Erbessos ha dovuto trascurare, non ritenendolo degno di fede, ciò che dice Polibio in relazione all'assedio di Agrigento durante la prima guerra punica: che cioè gli alleati raccoglievano e trasportavano le vettovaglie ed ogni altro apparecchio ad Erbessos, e da codesta città prendevano i viveri per trasportarli nei luoghi dove l'esercito combatteva.

Elmo ritrovato nella tomba di un guerriero


Invece ponendo Erbessos a Montagna di Marzo non solo non si contraddice ciò che è detto da Tito Livio, poiché la distanza tra Lentini e Montagna di Marzo, che è stata coperta dai Romani in una notte, è uguale a quella tra Lentini e il posto dove il Rizzo pone Erbessos; ma è anche rispettato ciò che dice Polibio: infatti gli alleati che combattevano nella prima guerra punica potevano agevolmente ritirarsi fino ad Erbessos e di lì rifornire le truppe che combattevano lungo tutto il litorale.
Inoltre proprio a voler confermare che Erbessos si trovava sul piano di Montagna di Marzo si può aggiungere l'etimologia dello stesso nome di Erbessos, elemento che scientificamente non può essere accettato come prova, ma che vale la pena di ricordare lo stesso. Il Rizzo ha scartato questo argomento affermando che: « L'immaginaria etimologia da Erebos (Erbessum namquam graece lacum speluncis plenum sanat latine FAZ 454) è l'unico argomento per l'arbitraria congettura e le testimonianze che si sono volute ricavare da Polibio e da Diodoro sono anch'esse infondate ».

Ma in effetti non poteva essere la città di Erbessos nessuna delle due città proposte dal Fazello: una presso Agrigento, nel luogo detto « Li Grutti » e l’ altra sull'altopiano di Pantalica í cui fianchi sono pieni di grotte (tali erano credute dal Fazello mentre ora sappiamo che erano tombe dei Siculi) perchè entrambe non rispettano ciò che è detto dalle fonti letterarie di Tito Livio; tuttavia, posta Erbessos a Montagna di Marzo, l'etimologia della parola è rispettata in pieno. Cito infatti un libretto dell'Avv. Alceste Roccella « Osservazioni sui ruderi esistenti nella contrada Casale in Piazza Armerina » stampato in Piazza Armerina nel 1882 dallo Stabilimento Tipografico Panzini. In questo libretto a pag. 35 sotto la nota 21 è detto: « Il Castello di Ghiran e delle Grotte estolleasi sulla vetta di Monte di Marzo (Montagna di Marzu). Gli Arabi appellarono quel Municipio, a causa delle grotte, il paese delle 40 grotte o le Grotte di Karkun. Ciò viene stabilito dalla geografia degli Arabi e dall'itinerario tenuto dall'esercito musulmano per l'assedio di Enna.
Il Malaterra alla sua volta appella quel sito le Grotte di San Felice, e i moderni fermansi che il fiume Brieme, che sotto vi scorre fosse il Guadette ».
Quindi, oltre alle chiare prove sopra enunciate, anche l'etimologia del nome coincide con la tesi da me sostenuta secondo la quale l'antica Erbessos sarebbe l'odierna Montagna di Marzo. Auspico pertanto che da oggi, come Aidone è conosciuta per la città greca di Morgantina, Piazza Armerina non sia conosciuta solo per i mosaici della Villa Romana del Casale, ma anche per i resti della città di Erbessos."



Monete delle foto:
La prima moneta:  Sikelia e toro antropomorfo (riconiata su Litra di Siracusa)
la terza moneta : Sikelia e cetra a sette corde (riconiata su Hemilitra di Siracusa)
quarta e quinta moneta : Sikelia e aquila che afferra una serpe
Epoca 340/336 a.c. collezione privata




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