Ramorsura, racconto di un fatto accaduto, di Pino Vicari - Il Campanile Enna

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Ramorsura, racconto di un fatto accaduto, di Pino Vicari

I luoghi della memoria > Civiltà contadina

RAMORSURA
(1945)


Racconto di un fatto accaduto
di Pino Vicari

ACCADDE A RAMORSURA


Mezzo secolo fa (Agosto  -  Settembre 1945).
Sono passati esattamente cinquant'anni e sono tanti cinquant'anni: infatti, io avevo diciotto anni.
Cosa succedeva cinquant'anni fa?
Qual'era la situazione nel nostro paese?
Che cos'era Ramursura?
Mi permetto di scrivere questi ricordi perché sono passati  cinquant'anni: molti di coloro i quali furono protagonisti sono morti,  altri, pochi, siamo ancora vivi: i figli, i nipoti mi perdoneranno se i  fatti sono spiacevoli, ma sono fatti realmente accaduti. Il ricordo di  fatti avvenuti tanti anni fa potrebbe servire come memoria storica,  un flash di vita vissuta in un periodo tremendo della nostra storia e  della società di allora.  Ramursura è un feudo, anzi una grande contrada che incorpora  vastissime estensioni di terra, migliaia di ettari, in gran parte  seminativi, grandi vallate, fiumare ricche d'acqua, qualche ettaro di  bosco di querce, alcuni orti in fondo alla vallata, alcuni abbeveratoi,  pascoli.

Questa contrada si trova tra Enna, Barrafranca e Piazza Armerina; dista da Enna una ventina di chilometri, da Barrafranca una quindicina  ed altrettanto da Piazza Armerina.
Uscivamo da una guerra tremenda, devastante, la seconda guerra mondiale. I fatti accaduti si riferiscono all'estate del 1945.
La guerra si era conclusa nel l'aprile-maggio 1945 con la resa dei  Tedeschi in Italia, la caduta della Repubblica Sociale Italiana e la  fucilazione di Benito Mussolini per mano delle forze patriottiche  Partigiane. In Sicilia la guerra era terminata due anni prima con lo  sbarco degli Anglo-Americani avvenuto sulle coste di Gela nei  primi di luglio del 1943 e con l'armistizio, chiesto e concesso dagli  Americani, e firmato a Cassibile,  vicino Siracusa. Nel giro di poche settimane gli Anglo-Americani avevano  conquistato la Sicilia. Vi  furono cruente battaglie, principalmente fra  truppe Anglo-Americane  e Tedeschi. In provincia di Enna, in modo  particolare nelle zone di  Regalbuto e Troina, vi furono parecchi  morti. Tra Regalbuto ed  Agira c'è un cimitero ove sono sepolti molti Canadesi.  Enna, era la sede del comando della  6 a Armata ed era piena di  soldati ed ufficiali, subì parecchi bombardamenti con centinaia di morti.

Dopo l'armistizio, le truppe italiane si sbandarono, molti barattavano le divise e le armi per abiti civili e pane. altri si nascondevano presso famiglie nell'attesa che il fronte si allontanasse. Gli Americani fecero il loro ingresso ad Enna la mattina del 13 luglio.  Era una mattina piena di sole, i balconi erano pieni di lenzuola  bianche, in segno di resa, le strade piene di gente che applaudiva i soldati americani e, per la prima volta., abbiamo visto Americani negri che distribuivano cioccolata e sigarette alla popolazione al loro passaggio sulle camionette.
Nella loro ritirata, le truppe tedesche e quelle italiane abbandonavano armi e munizioni in gran quantità. La popolazione soffriva la fame. Tutto era razionato, dal pane allo zucchero, alle sigarette. Il mercato nero fioriva. Chi aveva grano, farina, legumi, li nascondeva per venderli al mercato nero. Le famiglie di operai ed impiegati, in modo particolare, cedevano il corredo delle proprie figliole per il grano e la farina. Gli "intrallazzisti" non volevano denaro anche perché pensavano che poteva essere svalutato o sostituito e perciò chiedevano oro, coperte, biancheria e tutto ciò che poteva avere valore. Si sopravviveva con quel poco di viveri che veniva razionato e distribuito nelle botteghe di generi alimentari con le tessere annonarie. Non c'era lavoro. Le società del nord, in  previsione dello sbarco degli Anglo-Americani, avevano abbandonato tutto (come Grottacalda, miniera della società  Montecatini, con 1200 operai). Le attività produttive erano  ferme  perché non  si sapeva come  sarebbe andata a finire. Incertezza, contusione, sbandamento, fame, tanta fame. Il Re  aveva fatto arrestare Mussolini, il  Fascismo era caduto, in quel  momento, con   gran sollievo, e si pensava che i guai  potessero finire  subito. Ma fu un'illusione, la situazione non cambiò, all'intrallazzo dei generi alimentari si aggiunsero   le  sigarette americane, scatolame ed altri prodotti nuovi che prima non si conoscevano.



Le campagne erano piene di armi   che  avevano abbandonato o barattato le truppe  sbandate, tante armi  che  permisero a gruppi di malavitosi di organizzarsi ed armarsi. Le bande armate non si contavano più, le  forze dell'ordine. anch'esse in via di organizzazione, facevano quel  che potevano: nelle campagne i banditi la facevano da padroni. L'avanzata degli Americani nel resto d'Italia non procedeva speditamente come si pensava. A Montecassino, Anzio, Roma i Tedeschi opponevano forte resistenza. Per la prima volta si sentì parlare della popolazione napoletana che era insorta contro i Tedeschi e della battaglia di Roma dove la popolazione partecipò alla liberazione. Ad Enna gli Americani avevano istallato un Comando, con un Governatore di nome Charles Poletti ed arrivavano i primi soldati dal Nord. Dopo l'armistizio, l'esercito si era sbandato, parte nascondendosi nelle montagne del Nord e parte intraprendendo un lungo viaggio-calvario a piedi per migliaia di chilometri. In tanti arrivavano dal Nord senza scarpe, con i vestiti a brandelli, irriconoscibili. Le armi, gli sbandati e la fame erano i presupposti per incrementare le bande armate che cominciavano a spadroneggiare in vaste zone della Sicilia.

Nei paesi e nelle città si parlava di nuove  organizzazioni di protesta; sindacati, associazioni e partiti spuntavano  come funghi. Gli ex soldati, attraverso la loro associazione, facevano  sentire le loro proteste e le loro richieste. Questi erano fatti nuovi,  specialmente per i giovani, che avevano conosciuto solo il Fascismo,  le adunate, le marce, i saggi ginnici, le palestre e le colonie estive,  ose che i giovani ricordavano piacevolmente.  In questa situazione, con bande armate, mercato nero, agitazioni  e proteste per il lavoro, la fame, che non mancava mai, le prime  esperienze politiche, le notizie della guerra che continuava al Nord,  si inquadrano i fatti che mi appresto a narrare nella loro cruda verità.


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