Chiesa Madonna di Camuto - Il Campanile Enna

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Chiesa Madonna di Camuto

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Chiesa della Madonna di Camuto



L’inizio della fine della dominazione araba in Sicilia
Secondo lo storico palermitano Michele Amari la fine della dominazione musulmana nell’Isola iniziò a Castrogiovanni, intorno all’anno 1052, quasi dieci anni prima dallo sbarco dei Normanni in Sicilia, avvenuto nel 1061. 
Tutto cominciò con il mancato ritorno presso il marito di una donna araba di nome Meimuna che si rifugiò a Castrogiovanni dal fratello, il kaid Ibn-Hawwasci.  


Michele Amari
Verso la fine del 1052, deposto l’emiro Hasau, soprannominato Simsan, gran parte dell’Isola cadde in potere di Ibn-Thimna, un nobile arabo divenuto signore di Siracusa.
Desideroso d’ingrandire i suoi domini, aveva mosso guerra al kaid di Catania, l’Ibn-Merklati, lo uccise in battaglia e sposò la vedova Meimuna, sorella di Ibn-Hawwascì, kaid di Castrogiovanni, credendo di rafforzare con questo parentato la sua posizione dominante in Sicilia.


 
Ma tra Ibn-Thimna e la moglie ben presto vi furono dissapori e liti coniugali. In una di queste, Ibn-Thimna ordinò che alla moglie fossero tagliate le vene dei polsi.
Giunta a Castrogiovanni, Meimuna raccontò ogni cosa al kaid suo fratello, Ibn-Hawwasci, che giurò di non rimandarla più dal marito.

Allestito un esercito Ibn-Thimnà marciò verso Castrogiovanni, ed ecco che Ibn-Hawwasci, ‘da bel cavaliere e protettore’, gli andò incontro nelle vicinanze della città, lo sconfisse e infliggendo moltissime perdite, lo inseguì fin sotto le mura di Catania. Con la sconfitta perse la maggior parte dei suoi domini che passarono all’emiro vincitore.

Il vinto Ibn-Thimnà, mosso dall’odio, dal desiderio di vendetta e da quello più forte di riconquistare i territori perduti, non potendo con i propri mezzi tornare alla riscossa, non disdegnò di ricorrere all’aiuto dei nemici della sua religione, i Normanni, combattendo a loro fianco per la conquista della Sicilia.
“Dopo un anno dallo sbarco, nel 1062, Roberto il Guiscardo, presa Messina, e dopo la battaglia di Cerami, guidato da Ibn-Thimna, portò il primo assedio a Castrogiovanni. Fece costruire attorno delle fortificazioni, ma la città, protetta dalle rupi, da sempre chiave strategica della difesa dell’isola, resistette agli assalti.


 

Morte di Thimna

La descrizione della morte di Thima da parte di Michele Amari.

La morte di Thima bloccò momentaneamente la conquista della Sicilia da parte dei Normanni che dovettero ripiegare abbandonando Petralia e Troina.


 
 
Secondo i cronisti arabi, da Ibn Atir a Ibn Abi Dinar ed altri, Castrogiovanni fu presa nel 1091 a causa del duro assedio messo in atto dai Normanni. I cronisti cristiani, invece, affermano che la città capitolò nel 1088-89 a seguito del tradimento verso i suoi da parte di Ibn-Hammud, detto Kamuth, l’ultimo kaid signore di Castrogiovanni. Lo stesso pare si sia consegnato spontaneamente al conte Ruggero, dopo aver simulato la cattura al fine di patteggiare la resa senza spargimento di sangue e dopo essersi convertito al cristianesimo col battesimo, avvenuto nella chiesetta, poi chiamata di Kamuth, sita nei pressi di Porta Palermo. 
A ricordo di Kamuth, nelle pendici nord dell’abitato vi è una contrada che porta il suo nome (Jamuti in dialetto); si estende dalla ormai scomparsa Casina Bianca verso il Bivio per Palermo, dove vi è la fonte e l’abbeveratoio, chiamato anch’esso di Kamuth. 


 Battesimo di Kamut, Francesco Sciortino, Sala Cerere


Michele Amari
racconta il tradimento di Kamut

Ibn-Hammud, detto Kamuth
l’ultimo kaid signore di Castrogiovanni

Ubbidiva allora Girgenti con Castrogiovanni e con tutto il paese di mezzo, a un rampollo della sacra schiatta di Alì, del ramo degli Edrisiti che aveano regnato un tempo nell' Africa occidentale... Par che un uomo di cotesta famiglia, passato in Sicilia, non sappiamo appunto in qual anno, abbia, preso lo stato in quelle province, tra le guerre civili che si travagliarono coi figli di Temìm ; ... Chamut il suo nome, qual si legge nel Malaterra e ben risponde alla voce che a nostro modo si trascrive Hamùd. Il quale si rannicchiò tra sue rupi inaccesse di Castrogiovanni, mentre la moglie e i figliuoli si trovavano in Girgenti, e i Normanni circondavano la città, batteano le mura con lor macchine; tanto che occuparonla a dì venticinque luglio del medesimo anno. .. La moglie ed i figliuoli dell' Hamudita caduti in suo potere, tenne Ruggiero in sicura ed onorata custodia; pensando che più agevolmente avrebbe tirato quel principe agli accordi, con serbare la sua famiglia illesa da tutt' oltraggio. 

Ruggero con il gofalone della vittoria in un disegno di Padre Giovanni

E veramente, Ibn-Hamùd si vedea chiuso d' ogni banda in Castrogiovanni; occupata da' Cristiani tutta l'isola, fuorchè Noto e Butera ; potersi differire, non evitar la caduta; nè egli ambiva il martirio, nè i pericoli della guerra, nè pure i disagi di gloriosa povertà.
Ruggiero fattosi un giorno con cento lance presso la rócca, lo invitava ad abboccamento; egli scendear volentièri ed ascoltava senza raccapriccio i giri di parole che conduceano a due proposte: rendere Castrogiovanni e farsi cristiano. Dubbiò solo intorno il modo di compiere il tradimento e l'apostasia, senza rischio di lasciarci la pelle: alfine, trovato rimedio a questo, accomiatossi dal Conte, il quale se ne tornava tutto lieto a Girgenti.
Nè andò guari che il normanno con fortissimo stuolo chetamente s' avviava alla volta di Castrogiovanni; nascondeasi in un luogo appostato già col musulmano; e questi, fatti montar in sella suoi cavalieri, traendosi dietro su i muli quanta altra gente potè, quasi a tentare impresa di gran momento, uscì di Castrogiovanni, li menò diritto all'agguato. E qui fur tutti presi; egli accolto a braccia aperte. Allor muovono i Cristiani alla volta della città; la quale priva de' difensori più forti, si arrende a patti, e Ruggiero vi pone a suo modo castello e presidio. Ibn-Hamùd poi si battezzò, impetrato da' teologi del Conte di ritenere la moglie ch' era sua parente ne' gradi permessi dal Corano, vietati dalla disciplina cattolica.
Ma non tenendosi sicuro de' Musulmani in Sicilia, né volendo che Ruggiero pur sospettasse di lui in caso di cospirazioni o tumulti, il cauto e vile Ibn-Hamùd chiese di soggiornare in Terraferma; ebbe da Ruggiero certi poderi presso Mileto e quivi lunga mente visse vita irreprensibile, dice lo storiografo normanno.


Il battesimo di Kamut 
in un disegno
di Padre Giovanni cappuccino.

Ruggero fa da padrino 
a Kamut inginocchiato 
mentre viene battezzato 
da un sacerdote.

Riteniamo che il disegno di Padre Giovanni riproduca l'affresco descritto presso la chiesa di Kamut da Padre Lo Menso e da Jeannet Villepreux Power nel 1842 nella sua "Guida di Sicilia"




Jeannette Villepreux Power, scienziata, erudita, facente parte dell'Accademia Perrgusea, pubblicò nel 1842 una "Guida per la Sicila". Nella pagina dedicata ad Enna cita la Chiesa "Madonna di Camuto" descrivendo:
"a sinistra vi è  un affresco del quattorcento rappresentante il Battesimo del saraceno Kamut, con il Conte Ruggero da padrino".   




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