La ballata del Nato per caso - Il Campanile Enna

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La ballata del Nato per caso

A letteratura du Campanaru

di F.Emma

La ballata del “Nato per caso” è un modo per ricordare alcuni momenti drammatici e decisivi della storia di Enna, pestilenze ed epidemie, violenze e guerre che hanno sicuramente contribuito a cambiare i destini di intere generazioni di uomini e donne.

Quelli riportati sono solo alcuni dei momenti drammatici vissuti dalla nostra città che ha una storia abbastanza lunga. La strage di ennesi che chiedevano di essere riconosciuti nella loro dignità di cittadini, perpetuata dal console Pinario nel 218 nel teatro della città. La ribellione di Euno che comportò lutti e guerre. Le varie pestilenze. La ribellione contro il re Martino. Il crollo del campanile del Duomo, che sembra ricordare la famosa parabola di Gesù nel Vangelo. E infine la pesante carestia degli anni tra il 1647 e il 1649 che determinò la morte di un terzo dei nostri antichi concittadini.

Tutti noi allora non siamo nati “per caso”? Grazie ad un destino che ha permesso ai nostri progenitori di sfuggire alle ragnatele che la Storia dissemina nel suo percorso.




La ballata del “NATO PER CASO”



Se nel 218 a.c. la tua famiglia già ad Enna dimorava,

per tua fortuna,

l’ avo tuo non considerava

dei diritti il rispetto, un bene primario.


Così Lucio Pinario, prefetto romano,

presente non lo trovò,

incauto ed inerme, a parlamento adunato,

e nel teatro sgozzar non lo potè

sicchè la sua dinastia perdurò fino a te.


E se nella primavera del 135 a.c.,

quando lo schiavo Euno si ribellò

ed i ricchi possidenti ammazzò,

o il tuo avo era un poveraccio,

o quel giorno in campagna ai suoi affari badava.

In ogni caso…

tu sei un nato per caso.


E ne l 1347, il tuo avo fu così forte e ben pasciuto,

che con seimila superstiti,

alla pestilenza è sopravvissuto,

con lui la peste non ci potè,

dando agio di nascere a te.


E se nel 1393, contro i Martini si ribellò,

quel tuo avo a cavarsela riuscì,

e tra i cinquanta, non si trovò.

Vivo tu sei, perché in tempo si defilò

e nel vuoto, dal castello, non volò.


E se nel 1523,

da lo “pestifero morbo “

il tuo avo si salvò,

perché nel quartiere San Pietro dimorò,

lasciato immune perché trincerato

dagli altri concittadini con uno steccato,

tu sei un nato per caso.


E nel 1619, il tuo avo, seppur bambino,

a giocar dalle parti del Duomo non si trovò,

in quel mattino che il campanile crollò,

Sei nato per caso.


Nato per caso tu sei,

se la fame nel 1646,

che la morte a seimila ennesi portò,

al tuo avo,

che nel solaio  un sacco di grano ammucchiò,

solo un po’ di dieta costò.


Dai un colpo al cerchio,

Dai un colpo alla botte,

ma non tentar la sorte

che il tuo avo scampò da morte.



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