La Chiesa di San Tommaso - Il Campanile Enna

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La Chiesa di San Tommaso

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La Parrrocchia di S.Tommaso Apostolo di Enna

testo di Don Filippo Marotta
foto di Paolo Mingrino

La Parrocchia, dedicata all’apostolo Tommaso, ha come sede di riferimento la omonima Chiesa a navata unica, molto semplice nella sua struttura compositiva. La sua antichità è attestata da una pubblicazione vaticana del 1944, riportante le decime pagate dalle varie chiese ennesi, negli anni 1308 - 1310, alla mensa vescovile di Catania della cui diocesi Enna faceva parte. Il documento ci fa sapere che la chiesa di S. Tommaso, assieme a quella di S. Agata di Enna, era seconda soltanto alla Chiesa Madre per quantità di tasse da pagare. L’elevata quota di pagamento once 5 e tari 6 fa presumere che la nostra chiesa disponesse di notevoli proprietà acquisite in non pochi anni. Ciò rende plausibile l’ipotesi che essa risalga al dodicesimo secolo. Da allora la chiesa fu soggetta a rifacimenti vari.


Agli inizi del 1500 Io scultore carrarese Giuliano Mancino, su commissione del sacerdote Giovanni Frioso, realizzò la stupenda ancona marmorea che si trova, nell’abside, sopra l’altare maggiore (l’opera fu completata nel 1515). Una delle statue che la compongono e quella di S. Tommaso, che è posta sullo stesso ripiano di quelle di Sant’Agata, Santa Caterina d’AIessandria e san Nicola di Bari. Insieme esse spalleggiano la statua centrale della Madonna della Consolazione e sono tutte collocate dentro delle nicchie, "fornite come le altre di catino a conchiglia". L’ancona è circondata da una maestosa cornice di stucco, a forma di drappeggio, che fu aggiunta al polittico nel secolo diciassettesimo.

II santo patrono fu pure raffigurato, su una grande tela, nei primi decenni del ‘600 da Francesco Pellegrino da Montalto. ln essa, che fu restaurata nel 1708 da Giuseppe Salamone, San Tommaso venne dipinto nell’atto di verificare la reale identità del Cristo risorto. Da questo fatto evangelico ha tratto ispirazione nel 1991 il pittore di Bagheria, Francesco Sciortino, nel disegnare il grafico della copertina del libro dei canti "Preghiamo Cantando", in uso nella nostra parrocchia. Lo stesso pittore e anche autore del suggestivo dipinto della copertina, nel quale egli riproduce in forma armonica i prospetti delle chiese appartenenti alla parrocchia S. Tommaso.

Nel 1526 certa Caterina Frioso, moglie di Pietro da Castrogiovanni, fece un legato di tre onze per ornare il crocifisso in legno che stava per essere completato nella chiesa di S. Tommaso. Tale notizia si legge a pagina 42 del volume n. 00004 dell’Archivio di Stato di Enna. Della costruzione di un’altra croce di legno si parla in un testamento di Giovanni de lo Vecchio, scritto nel 1568 da parte del notaio Antonino Gangi (vol. n. 00125, pag. 153). Da tali accenni possiamo desumere che il bellissimo Crocifisso esistente nella chiesa risalga al XVI secolo. Esso tra il 1968 e ll 1970, durante l’opera di ristrutturazione dell’interno della Chiesa ad opera del muratore Angelo Catalano essendo parroco don Michele Scarlata, venne trasportato dall’ultima arcata destra entrando in Chiesa dalla porta di piazza S. Tommaso, alla prima arcata, vicino l’abside, dove prima si trovava il grande quadro del pittore Peregrinus, raffigurante S. Tommaso che tocca le piaghe di Gesù. Tale quadro trovò collocazione al posto del Crocifisso. Questo, nella nuova collocazione, venne sovraimposto ad un fondo musivo floreale preparato dal mosaicista Giuseppe Fornasier.

La stessa sorte di trasferimento toccò, durante quella opera muraria, al dipinto della Madonna degli Agonizzanti che dal primo arco a sinistra passo all’ultima arcata. AI suo posto venne costruita la nicchia che tutt’oggi ospita la statua di S. Lucia. Di quel periodo è pure il rifacimento della cantoria, la copertura con muratura delle colonne in legno l’apertura dell’attuale porticina del campanile e la sistemazione del fonte battesimale nell’attuale sede, che prima ospitava la bellissima statua in legno di S. Antonio Abate, oggi trovantesi in grave stato di degrado nella chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù. La parrocchia S. Tommaso è una delle quindici parrocchie che fanno parte della forania di Enna ed ha una popolazione di 3500 abitanti. Comprende nel suo territorio le chiese di S. Tommaso Apostolo (vedi figura n. 1 ), Anime  Sante del Purgatorio (fig. n. 3), Madonna del Carmine (fig. n. 4), Collegio di Maria o Istituto Canossiano (fig. n. 5), S. Teresa del Bambino Gesù (fig n. 2), oratorio delle Suore Figlie della Sapienza all’interno dell’OspedaIe “Umberto l".  Le prime due chiese e il Collegio di Maria si affacciano sulla piazza Francesco Paolo Neglia, comunemente chiamata col vecchio nome di Piazza S. Tommaso.

Nella stessa piazza si trova una fontana monumentale in marmo di Billiemi, inaugurata dal vescovo monsignor Vincenzo Cirrincione il 24 Dicembre 1989, dopo che nella stessa mattina il vescovo aveva affidato, con una solenne cerimonia nella chiesa di S. Tommaso, la parrocchia allo scrivente. Nella parte apicale della fontana vi sono le statue delle sirenette in bronzo, opera dello scultore Mario Termini. L’opera fu voluta dal sindaco Vito Cardaci, mentre i lavori furono eseguiti sotto la direzione del geometra Salvatore Presti.

Caratteristiche architettoniche di rilievo della chiesa parrocchiale di San Tommaso sono; l’armoniosa torre campanaria di fine 1500  a forma di prisma quadrangolare, in tre sezioni con volte a botte, e il loggiato sostenuto da sei pilastri con sequenze di archi a tutto sesto, di stile romanico. L’ingresso abituale fu chiuso da un artistico cancello di ferro, progettato dall’architetto Paolo Fulco di Enna e realizzato dal fabbro Diego Ferrante di Pietraperzia nel 1994; esso e diviso in tre parti uguali e apribili. Da questa parte l’accesso alla chiesa si ha attraverso due rampe di scale costruite a meta degli anni 1950. Fino a quella data l’ingresso esterno si presentava con gradini e ringhiera e permetteva di accedere alla chiesa attraverso una sola rampa di scale.

Non appena il Concilio di Trento definì la necessita di istituire parrocchie territoriali, Enna fu la prima citta, nell’allora diocesi di Catania, ad averne dieci. Le antiche 10 chiese sacramentali (Santa Maria Maggiore, San Bartolomeo, San Biagio,  San Cataldo, San Giorgio, San Giovanni Battista, San Leonardo, San Leone, San Pietro, San Tommaso), riportate nel documento del 1308 - 1310, si tramutarono, dopo il 1555, in sedi parrocchiali. S. Tommaso ebbe il suo primo parroco nel 1586 nella persona di Don Cristofaro  Acquaviva. Ma già nel 1555 il vescovo monsignor Nicola Maria Caracciolo aveva dato facoltà al sacerdote Vincenzo de Muratore di amministrare i sacramenti nella “parrocchia” di S. Tommaso, facoltà che nell’anno seguente, con lettera inviata al vicario della citta di Castrogiovanni, veniva allargata alle altre chiese sacramentali. In sostanza già nel 1556 si ebbero in Enna chiese sacramentali con funzioni parrocchiali, cioè con territorio proprio e peculiari attività pastorali. Rocco Pirri nella sua “Sicilia sacra" sostenne che il Caracciolo istituì le parrocchie in Enna dopo il concilio tridentino (1563). Fino a quel momento unica parrocchia era stata la "Maior ecclesia" (chiesa Madre).


Dalle relazioni sulla situazione pastorale delle diocesi, che i vescovi italiani, a partire dal 1589, furono invitati, anche tramite loro sostituti, a presentare alla S. Sede ogni tre anni, ci pervengono notizie di grande rilievo storico. Il vescovo Michelangelo Bonadies nella relazione "ad limina" presentata alla S. Sede nel 1668 scrisse: <<Sebbene questa città (di Enna) sia antichissima e in passato molto popolata, attualmente, come è stato già detto, a stento raggiunge gli 11000 abitanti. Il clero comprende oltre 220 membri fra i quali si contano 90 sacerdoti,  si contano inoltre 9 parrocchie o chiese parrocchiali e cioè : S. Giovanni, S. Tommaso, S. Cataldo, S. Biagio, S. Giorgio, S. Pietro, S. Leonardo, S. Leone, S. Bartolomeo, i cui parroci vengono scelti per concorso dalla santa Sede o dai vescovo secondo l’alternanza dei mesi ..... i conventi dei religiosi sono 8 .... ( e 5 monasteri femminili) .... Ci sono moltissime chiese minori, l’ospedale per gli infermi ed anche moltissime confraternite e sodalizi.>>


Nelle relazioni di un altro vescovo catanese Andrea Riggio, e ricorrente l’attestazione che i parroci di Enna erano colti e dediti allo studio “perchè stimolati dai concorsi" per assumere il ruolo di parroco. Lo storico Paolo Vetri parla di un sacerdote, Pietro Bellomo, che fu mandato in esilio da Castrogiovanni (Enna) per essersi opposto, durante la controversia liparitana (1711-1728), all’antico diritto dei re di Sicilia di concedere prebende  e cariche ecclesiastiche senza Ia previa autorizzazione papale (Apostolica Legazia) Per questo motivo a Roma il Bellomo ricevette il titolo di pro parroco di San Tommaso. Il Vetri ricorda alcuni parroci di S. Tommaso come uomini di elevato sentire: Pietro Sfalanga, parroco dal 1720 al 1739, che pubblico "Le opere di San Matteo Apostolo”; il sac. Angelo Maurizio Gangi (1787 — 1827) "gran teologo e di un eccellente ingegno nelle scienze metafisiche, talmente sensibile per l’umanità sofferente, che si toglieva le vesti, il pane dalla bocca "per covrirne e disfamarne il povero"; Giuseppe Marchese (1840 - 1847), che Madame Power definì "(sacerdote) di estesa erudizione, di gran senno e scrittore coltissimo". Egli fu fratello del pittore Saverio Marchese (nato nel 1806 - morto nel 1859) che ha lasciato quattro dipinti nella chiesa di S. Tommaso, riproducenti i quattro profeti maggiori e presumibilmente una tela, che raffigura la sacra Famiglia e si trova nell’abside della chiesa. Nel 1762 il vescovo di Catania, mons. Salvatore Ventimiglia, nelle sue relazione "ad limina" faceva sapere che soltanto Enna aveva parroci perpetui, mentre le altre città (Catania e Piazza) e terre (cioè i paesi baronali) avevano soltanto cappellani che amministravano i sacramenti. Eppure quando si decise la istituzione di nuove diocesi furono Piazza (1817) e Nicosia le prescelte: ad esse fu affidata tutta la zona occidentale detta "le montagne".


Tra le antiche tradizioni religiose, ancora esistenti nella chiesa parrocchiale di S. Tommaso, ricordiamo quelle delle Madonna della Consolazione che si celebra la seconda Domenica di Ottobre e che viene raffigurata dalla statua centrale dell’ancona marmorea del Mancino. Questa statua, per l’occasione, viene rivestita di un vetusto e prezioso manto e incoronata assieme al Bambino Gesù, che essa porte in grembo, con due corone argentee. Lo stesso addobbo lo si usa nel mese di Maggio, mese tradizionalmente dedicato alla Madonna e durante il quale, dopo la coroncina di preghiere mariane, vengono commentati da alcuni laici, all’interno della messa delle ore 19.00, documenti attuali del Magistero ecclesiastico. La devozione alla Madonna della Consolazione e di sicura provenienza catanese, giacchè in quelle città esisteva già nel XV secolo una cappella dedicata "a Santa Maria de Consolatione", festeggiata nell’ottava di Pasqua. Pur essendo la chiesa parrocchiale dedicata a S. Tommaso Apostolo non abbiamo documenti o tradizioni popolari che attestino l’esistenza di solenni festeggiamenti in onore del santo patrono. Secondo il Calendario liturgico il giorno festivo del nostro santo e il tre di Luglio; ma è un giorno poco propizio per solennizzarne la ricorrenza, giacche Io stesso giorno, qui in Enna, si ricorda il compatrono della città, San Primo (a cui dal 1997 e stato aggregato il beato Girolamo De Angelis, gesuita ennese morto martire in Giappone), e il giorno antecedente si  festeggia la solennità della patrona della città, la Madonna della Visitazione. Per questo motivo nel 1992 si è ritenuto opportuno anticipare la celebrazione di San Tommaso all’ultima Domenica di Giugno, facendola precedere da un solenne triduo di predicazione.

Dal 1932, il 13 Dicembre di ogni anno, nella chiesa di S. Tommaso viene celebrata con grande solennità e con grande concorso di popolo la Festa di Santa Lucia. Essa e preceduta da una tredicina di preghiere e da un solenne triduo di predicazione. La bellissima statua lignea della santa protettrice degli occhi, che ivi si trova, fu acquistata dal parroco Giuseppe Termine nel 1950, in sostituzione di un`altra più antica in legno, che era venerata nell’antica chiesetta di S. Lucia sita nell'attuale piazza Bovio, e diruta nel 1930 a causa del suo stato di forte degrado. Allora l’alcova centrale della chiesetta, dov'era la statua di S. Lucia, veniva ricoperta da una pregevole pittura di Emanuele Greca (1897), che ora si trova nell’ufficio parrocchiale, dopo essere stata restaurata nel 1995 da Gianfilippo Di Natale.

Reliquia di Santa Lucia,
un pezzo di stoffa del suo mantello

Ogni anno nella chiesa parrocchiale il 14 Settembre, testa della Santa Croce, e l’ultimo giorno di Novembre viene esposta alla comune venerazione dei fedeli una reliquia della Croce di Gesù, che si trova in un artistico reliquiario ligneo.

Alcune manifestazioni di fede sono legate alla Contraternita del SS. Sacramento, che ha la sua sede nella chiesa di S. Tommaso. La Compagnia del SS. Sacramento nacque nel 1687 come Compagnia dei Bianchi, voluta dall’Inquisizione spagnola per accompagnare i condannati a morte. Avendo all‘inizio la sua sede nella scomparsa chiesa del Santissimo Sacramento, che si trovava dietro la Chiesa Madre, assunse anche il nome della medesima chiesa e la finalità dell’adorazione delle specie eucaristiche. Nel 1809 la compagnia dei Nobili, chiamata dei Bianchi, ricevette l’amministrazione dell‘allora ospedale, tenuta fino a quella data dai Fatebenefratelli. La confraternita, che assieme alle altre venne abolita qualche anno dopo l’unità d’Italia, fu rifondata nella chiesa parrocchiale di S. Tommaso il 14 Febbraio del 1935 per promuovere il culto del SS. Sacramento, divulgare la fede cattolica, e realizzare opere di misericordia, carità e fraterna solidarietà. Da quel momento assunse Io stemma del SS. Sacramento  sulla mantellina della divisa e l'emblema dell’ostensorio nella composizione floreale viene portata in processione nelle funzioni più importanti: Lunedì e Venerdì Santo, Corpus Domini, Santa Lucia. Nel Giugno 1991 la confraternita ha regalato alla chiesa di S. Tommaso un dipinto del pittore Pietro Marzilla, che esalta il mistero dell’Eucaristia.

Tradizioni religiose di rilievo, del tutto scomparse, nelle chiesa di S. Tommaso erano:

1) la festività di S. Gaetano Thiene, di cui esiste un discreto dipinto sopra l’ingresso interno del portico delle chiese parrocchiale. Essa, prima di essere come devozione nelle chiesa di S. Tommaso, si celebrava la prima Domenica di Agosto nella chiesa di S. Antonio Abate, ancora esistente nel 1772, come si legge in un libretto e stampa intitolato "Brevi Preghiere in onore del patriarca S. Gaetano". Questa festa, a cavallo tre I’ 800 e il ‘900, venne organizzata dai soci dell’omonimo circolo cattolico, che promossero anche la nascita di una banca sociale che non durò a lungo.

2) Ia solenne venerazione dell’immagine della Madonna sotto il titolo degli Agonizzanti, dipinta su una grande tela di autore ignoto, posta lateralmente al fonte battesimale. La sua festa, già nel 1703, veniva celebrata dagli iscritti all’Opera degli Agonizzanti l’ultima Domenica di Ottobre, e nell‘Ottocento la prima Domenica di Novembre

3) su una lastra marmorea del 1780 si legge di una miracolosa immagine di Maria Addolorata, a cui era annessa l’indulgenza di 40 giorni, concessa dal vescovo di Catania, D. Corrado M. Deodato de Moncada, a coloro che vi si rivolgevano in preghiera.

Contenuto della lastra marmorea che si trova innestata nella parte sinistra, entrando nella Chiesa di S. Tommaso: "l’eccellentissimo Monsignor Don Corrado Maria Deodato de Moncada vescovo di Catania concede giorni 40 di indulgenza a tutti i fedeli che recitano un Pater ed un'Ave a questa miracolosa immagine di Maria Addolorata ad istanza del Rev Sac. Don Francesco Maria Muzzicato. li 20 Ottobre XIV indizione 1780".

Nell’ambito del territorio parrocchiale vi erano diverse chiese, di cui alcune ormai scomparse; 1) la chiesa di Sant’Antonio Abate, detta popolarmente "lo Critazzo" dalla zona dove era ubicata, e della quale rimane una maestosa statua in legno, ridotte in pessime condizioni, che attualmente si trova nelle chiesa di Senta Teresa, e un calice del 1577 appartenente alla confraternita omonima;
2) la chiesa di S. Matteo che si trovava (prime di essere demolita nel secolo scorso) nell’attuale via S. Matteo  allora strada piazza Pulicini e non Puccini, come erroneamente viene oggi chiamata una piazzetta poco distante (ln dialetto " ‘u chianu ‘i Prucini) - e affidata alla congregazione Iaicale della Carità;
3) nella via Roma (l’antica via Ferdinandea) vi era la chiesa sotto il titolo delle Concezione, detta anche "la Chiesiola"; 4) la Madonna dell’Aiuto fuori la porta di Papardura;

5) la chiesa di Sant’Ippolito, di cui rimane,  nella sacrestie di S. Tommaso, l’aItare di legno con le pitture del santo (di autore ignoto) e l’annesso casserizio. La sua festa si celebrava il 13 Agosto per interessamento della confraternita che ne portava il nome; 6) la  piccola chiesa di S. Lucia, già esistente nel 1590, era situata nell’attuale piazza Bovio. Essa venne demolita nel 1930, dando luogo al trasferimento della statua in legno delle titolare e del relativo culto nella chiesa di S. Tommaso.

Chiese ancora esistenti, che fanno (o facevano) parte della parrocchia San Tommaso, sono:
1) all’inizio della via Mercato, indicata nel vecchio catasto come “strada Piazza PuIicini” e — nella forma dialettale - come "a calata d’Abbatiedda", vi è la chiesa del Collegio di Maria, dedicata fin dal 1500 a Maria nascente (Bambina)  nell’allora monastero di S. Maria della Grazia. Il Collegio di Maria, fondato dal barone Croce Felice Petroso e inaugurato il 1° Agosto 1779, venne affidato alle suore Collegine o Convittrici della Sacra Famiglia e, in seguito, il 23 Agosto del 1922, alle suore Canossiane, che erano arrivate a Enna il 23 Gennaio 1912 in  seguito all’invito della nobildonna Clementina Grimaldi; 2) la chiesa sotto ll titolo del  Carmine o Madonna del Carmine, anticamente detta "chiesa dell’Annunziata”,  custodisce ai suo interno, a navata unica, pregevoli opere pittoriche ed ha una torre campanaria quasi simile a quella di S. Tommaso. Nella chiesa del Carmine, prospiciente la piazza Giovanni XXIII, ha sede il terz’Ordine Carmelitano femminile e maschile (9) ed è il luogo di preghiera del Movimento del Rinnovamento nello  Spirito, movimento istituito nel 1977 da Monsignor Francesco Di Vincenzo, già parroco della parrocchia S. Giovanni Battista di Enna e, successivamente, della parrocchia S. Giacomo di Gela. Alla chiesa del Carmine era annesso l’ospedale civico “Umberto l”, fondato il 5 Agosto 1872 nei locali dell‘ex convento carmelitano. In esso dal 1944 svolgevano la loro opera di assistenza caritativa e infermieristica le suore monfortane Figlie della Sapienza; 3) la costruzione dell’oratorio della   Compagnia del Carmelo, oggi chiesa di S. Teresa del Bambino Gesù, venne iniziata  nel 1658 e completata nel 1710. Ma di già la Compagnia del Carmelo esisteva nel 1590, anno in cui i suoi amministratori chiesero al parroco di S. Tommaso l’uso della chiesa di Santa Lucia. In un calice del 1649, di proprietà di quella confraternita, troviamo la seguente iscrizione"Societatis Beatae Mariae de Monte Carmelo Civitatis  Ennae”. Con la morte dell’ultimo confrate e rettore, Giuseppe Fiorenza (1964), la compagnia si sciolse e la chiesa fu chiusa al culto; 4) la chiesa sotto il titolo del Purgatorio o chiesa delle Anime Sante, di stile barocco, fu costruita a partire dal 15 Gennaio 1671 per iniziativa dell’arciconfraternita delle Anime Sante, per esserne l’oratorio, e completata nel 1715. E' ad una navata con il soffitto affrescato dal fiammingo Guglielmo Borremans. L’arciconfraternita, che fu istituita il 9 Ottobre 1615 dal parroco di S. Bartolomeo, don Giacomo Pregadio, ha come scopo la professione della fede cattolica e il tener vivo il culto dei morti. Il 28 Novembre 1943 all’interno dell’arciconfraternita, per iniziativa dell’allora rettore Sebastiano Savoca, si diede inizio alla Conferenza San Vincenzo de' Paoli al fine di intervenire a vantaggio dei bisognosi; 5) la chiesa dl Santa Maria Ia Nova, oggi chiesa della Donna Nuova appartenente alla parrocchia S. Cataldo; 6) il SS. Crocifisso di Papardura, di cui fu rettore il parroco Angelo Savoca (1905 - 1946), ed oggi ricadente nel territorio  parrocchiale di Mater Ecclesiae.


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