mappa 19 - Il Campanile Enna

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I luoghi della memoria > Mappa percorso Enna







Nella facciata sulla piazza Colajanni antichi simboli, draghi senza ali ?
Frammenti di una unica scultura ?

19 - Palazzo dei Benedettini

Il complesso edilizio dei San Benedetto si estende dalla piazza S. Chiara, oggi piazza Napoleone Colajanni alla piazza Pietro Antonio Coppola.
Attualmente una parte del complesso ospita la comunità carmelitana, ma la parte dell'edificio in prossimità di Piazza Colajanni, nonostante è uno degli edifici più antichi ed importanti della città, è abbandonato da qualche decennio e in forte stato
di degrado.
Nel 1600 erano tre le comunità monastiche  femminili della regola di San Benedetto. Dei tre monasteri benedettini presenti in città che trovavano nella preghiera e nel lavoro "l'ora e labora" di San Benedetto da Norcia alimento della propria vita spirituale e materiale, il più importante per dimensione e  posizione era quello che si trovavava nel palazzo ancora oggi chiamato dei Benedettini. Nel 1600 il barone Nicolò di Colletorto finanziò la ristrutturazione e forse l'ampliamento del monastero come fanno fede gli stemmi gentilizi del Colletorto collocate nel chiostro benedettino, ma un atto notarile del 14 ottobre 1383 (notaio Tommaso Giordano) con  il quale la badessa del monastero vende una casa sita nella parrocchia di San Giorgio, per finanziare i lavori di restauro del convento, e i numerosi atti notarili del quattrocento che assegnano rendite a favore del suddetto monastero, attestano che il palazzo è antecedente.  

Da Storia di Enna di Padre Giovanni cappuccino:

"Il venerabile Monastero di San benedetto è stato uno dei primi che si edificò in Castrogiovanni. Dotato di molte rendite annuali, sicchè nell’anno 1383, detto monastero comprò la casa di Andrea di Patelmo (?) , onde se ne arguisce che la sua fondazione fu iniziata anni prima, nel 1300 circa. Il Re Alfonzo gli concesse un mulino della baronia di Fundrò nel 1393. Il monastero comprò pure le stanze di Riccardo Calnaccanzi (?) , dalle quali stanze si edificò la chiesa che si rievoca al presente. In questo venerabile monastero vi è stata sempre una osservanza regolare perfettissima con una santa unione e pace , avendo allevato religiose di molta perfezione , spirito e santità di vita, sempre riguardato ed ammirato non solo per le virtù morali, ma pure per l’ entrata di moltissime religiose  nobile ed illustri per i loro natali, onde si può ben dire di queste religiose  essere le Vergini presenti nel Vangelo che vegliando anche la notte stanno con le lampade accese nel suo cuore, attendendo la venuta del suo sposo  Gesù, come sante colombe a similitudine di quella  che uscì dall’Arca di Noè, la quale non sa posare il piede sopra i cadaveri, ma sopra l’olivo verdeggiante  del Cielo".



Il complesso dei Benedettini

Colletorto o Collotorto.

Questa famiglia godette nobiltà in Noto ed in Castrogiovanni e possedette i feudi di Collotorto o Fiume di Mendola e di Gasba.
Arma: di verde, alla croce di S. Andrea d’argento.


La Chiesa  di  San  Benedetto  (oggi  Chiesa  di  San  Giuseppe)

Il Monastero comprendeva la chiesa oggi dedicata a San Giuseppe, il cui ingresso principale si apre sulla Piazza Pietro Antonio Coppola.

La chiesa è stata  insignita del titolo di Santuario di San Giuseppe da Mons. Catarella, Vescovo di Piazza Armerina. Infatti con la  legge  della  soppressione delle comunità religiose del 1866 tutti i locali, monastero e chiesa furono ceduti all’Amministrazione Militare. Così nel vasto edificio furono installati magazzini di deposito materiali d’artiglieria ed un esiguo numero di muli. La Chiesa subì una vera devastazione: ammattonato divelto e sostituito da un acciottolato, demolita la volta, abbattuti gli altari, mentre i quadri in buona parte furono acquistati dall’Amministrazione della Chiesa Madre. Un celebre Ostensorio cesellato in oro e gemme ed un calice altrettanto prezioso, finirono nel Museo Nazionale di Palermo, dove tuttora si trovano.
All’inizio del XX secolo, la Congregazione di Carità che allora amministrava l’Ospedale Civico e l’Orfanotrofio, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, ottenne , la restituzione dei locali a beneficio degli Enti assistenziali che amministrava. Con i contributi dei cittadini, la chiesa fu restaurata, ovvero ricostruita e riaperta al culto.
Nel 1926 i procuratori della vicina chiesetta di S. Giuseppe, data la sua angustia edile ed insufficienza per il progressivo e l’incremento del culto verso la Sacra Famiglia, chiesero ed ottennero di trasferirsi nella ricostruita chiesa di San Benedetto, che divenne centro della loro attività.
   

Percorrendo il fianco del Palazzo dei Benedettini, sul lato destro si si arriva in  Piazza Garibaldi sulla quale si affacciano i palazzi della Prefettura, della Camera di Commercio e della Banca d’Italia.

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