Siamo un fiume lento - Il Campanile Enna

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Siamo un fiume lento

A letteratura du Campanaru > Scritti di Nino Savarese

SIAMO UN FIUME LENTO

di Nino Savarese


Siamo un fiume lento che porta alla foce confusi ricordi.

E tutte le cose che ci circondano muovono con noi, e sembran ferme solo per il lento fluire.

Protesi al destino, imploriamo che la corrente si fermi.

I nostri sensi ci illudono e ci mostrano ovunque una maestosa stabilità.

Ma noi sentiamo nel fondo del cuore l'oscuro moto che incessantemente muove tutte le cose e le spinge lontano.

La vita è un flusso immenso che tutte le cose tende ad unire, che tutte le cose spinge a confondersi .

La terra con mille bocche riprende quel che produce.

E prende noi che accettiamo i suoi frutti.

Dall'una all'altra bocca passa la vita: e l'atto del cibarsi è il segno ultimo della comunione.

E il crescente e breve indugio in uno stato di apparente quiete, la sosta che ci tocca il cuore, allorché la corrente, perché non vista, sembra elle cessi dal suo moto fatale, e il nostro destino sembra mutare.

Allora con timorosa speranza guardiamo le nostre persone e tutte le cose ancor trattenute nelle note forme che la volontà di Dio sostiene.

Da questo tremor di congedo nasce il nostro amore ed ogni nostra breve felicità.

Tutto fugge da noi: anche i nostri morti. E tutto noi vorremmo trattenere.

Deboli argini sono croci e memorie: illusione il volerci perpetuare nei nomi e nei segni, che si posano come foglie secche sulla pietra. E la vita, che sembrava ferma, è già lontana e mutata nell'atto che prende il nome di storia.

La nostra esistenza è un incessante saluto alle cose che passano, come noi che passiamo.

O care forme, non dileguate nella cenere.

O note voci, non vi spegnete nel silenzio eterno.

Giovinezza, rallenta il tuo corso: oscuro artefice, ferma il mutare della nostra carne che si consuma.

Care consuetudini delle nostre giornate, restate ancora un poco !

Così implora il nostro cuore temente.

Il sole sorride sulla cima dei monti, sulle foreste, sul tranquillo specchio dei laghi e nulla si muove intorno.

Guardiamo, ma nulla si vede di quel che si perde della nostra vita in ogni istante.

La morte si affaccia e si nasconde, e sempre incerta è la sua vista.

La nostra voce non trova ascolto.

E stiamo fermi come prigionieri in viaggio.

E misuriamo il flusso che non visto ci rapisce alla vita, dal flusso del nostro sangue che anch'esso è un fiume nascosto avviato alla medesima foce.

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